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Lo Z Test di Hans Zulliger - tam tam 2 - 1997

di P. Carruba e M. R. Fortunato

Lo Zulliger Test è un reattivo di personalità in cui l’ individuo viene invitato a fornire un senso compiuto ad alcune macchie di colore riportate su delle tavole.

L’ ipotesi su cui il test è fondato è che il modo in cui le persone interpretano e danno senso alle macchie non è casuale, ma è determinato dai pensieri in loro più attivi che vengono ad essere come esternalizzati, concretizzati o "proiettati" nelle figure di per se prive di senso.

Al pari degli altri Test Proiettivi, lo Z Test è fondato sulle convinzioni che il modo in cui gli individui percepiscono ed interpretano gli stimoli ambigui della realtà esterna (in questo caso le macchie) rispecchia gli aspetti fondamentali del loro funzionamento psicologico.

Nato quale evoluzione del Test di Rorschach, per venire incontro alle esigenze di avere uno strumento più agile e snello che richiedesse minor tempo di somministrazione ed interpretazione, lo Z Test si compone di tre tavole (invece che di dieci) e consente un utilizzo sia individuale che collettivo.

Tra i test proiettivi ha una particolare rilevanza per la complessità ed articolazione del suo sistema di codifica delle risposte che permette di ricavare un gran numero di informazioni sulla personalità di chi risponde.

I criteri che vengono usati in tale sistema sono: la localizzazione (in quale parte delle macchie il soggetto ha individuato la risposta), le determinanti e cioè cosa ha generato la risposta (le forme, il colore, il movimento...), il contenuto (a quale categoria appartiene la risposta: esseri umani, animali o piante) e la frequenza e cioè il livello di originalità o volgarità delle risposte.

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